giovedì 18 settembre 2014

Geografie di cadaveri:
Nobi di Shinya Tsukamoto




"Nobi (Firest on the Plain)" di Shinya Tsukamoto.
Cinema esperienziale fino al midollo, viaggio lisergico in un inferno senza ritorno. Geografie di cadaveri e budella, corpi che annegano nel fango, dissolvenze di sangue e interiora. Il soldato osserva la fine del mondo in uno shockante tour de force di luci abbaglianti e colori che infiammano lo schermo, fino a farlo detonare. Tsukamoto dirige con una potenza incredibile, mentre prosegue, dopo "Kotoko", la sua personale disintegrazione del'immagine digitale, bruciandola nei fuochi ardenti della follia umana. Rigorosamente da vedere su uno schermo gigante per il suo potere di avvolgere e nauseare, tra l'oscurità della notte e le sovraesposizioni accecanti del giorno. Si ha quasi la sensazione che lo schermo emani fetidi odori, mentre con le mani si finisce per poter "toccare" ogni corpo. La visione è ostacolata dalla nebbia, eppure i verdi finiscono per scoppiare. Nell'epoca del 3D e dell'Imax, Shinya Tsukamoto firma un film low budget che è puro incubo sinestetico, dimostrandosi, ancora una volta, un gigante.

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