mercoledì 20 aprile 2016

Veloce come il vento




Che bello quando il cinema italiano riesce a riprendere il gusto della velocità, il sapore della ruggine, la fatica dello sforzo "impossibile", mentre, con far tachicardico, si modella su sangue e sudore. Ecco allora che diviene muscolare e ipercinetico senza mai dimenticare la propria umanità: "Veloce come il vento" è un film organico, fatto di carne e ossa, passioni smodate e gloriosi sentimentalismi retrò. Si proietta in volo creando coreografie a quattro ruote, improvvisi crash che dilaniano intere esistenze. Esistenze che rinascono sempre come luci in fondo al tunnel. Il cinema italiano ha un bisogno disperato di film come "Veloce come il vento" perché, per sopravvivere, deve far leva sulla ricchezza del genere, su Eroi e archetipi, con tutto l'armamentario di crismi che questo comporta. Il film di Rovere sa farsi ora sentimentale, ora patico, ora retorico, sa perfino stonare ed eccedere, ma con una passione e un credo incrollabile nei confronti dei propri personaggi e delle proprie emozioni. Prima di essere sportivo, è un cinema visceralmente umanista che conosce il dolore, non cercando di addomesticarlo, ma facendosi guidare, manovrare da esso. Perché sa che il dolore solo salverà questi eroi lontani dal naufragio.

Christine - La macchina infernale




Sono passati quasi trent'anni, l'immaginario feticistico dell'automobile ha assunto nuove forme e corpi, fino a gettarsi nei grovigli di incubi cyberpunk. Abbiamo avuto crash dell'immaginario filmico, esplosioni di eros meccanico, attrazioni irresistibili di nuove, tecnologiche carni. Eppure Christine - La macchina infernale di John Carpenter mi pare ancora il grado zero di questa folle, irresistibile libidine meccanica. Una grande storia d'amore e morte d'altri tempi che perverte l'amore e perverte la morte, un horror scintillante che porta in sé tutta la rabbia, il fulgore, l'immaginario kitsch di un decennio irripetibile. Christine è il mondo straordinario, l'ipotesi di un'altra vita, la possessione demoniaca che assedia lo studentello nerd sovvertendolo, ribaltandolo, trasformandolo in tutto ciò che non è. Ancora, Christine è un film sulla perdita della propria identità, sul desiderio che prende vita, s'insinua nella nostra carne, assedia il nostro cervello e, al culmine del piacere, ci uccide. Ogni sogno, del resto, richiede sempre un sacrificio finale, una morte esemplare. Quella di Christine è una possessione che nasce dall'ossessione, dalla cura metodica, dall'unico amore estremo e fatale, quello impossibile. E Christine, assieme all'autocisterna assassina di Duel, è il serial killer della strada più spietato che si possa immaginare.