mercoledì 20 aprile 2016

Christine - La macchina infernale




Sono passati quasi trent'anni, l'immaginario feticistico dell'automobile ha assunto nuove forme e corpi, fino a gettarsi nei grovigli di incubi cyberpunk. Abbiamo avuto crash dell'immaginario filmico, esplosioni di eros meccanico, attrazioni irresistibili di nuove, tecnologiche carni. Eppure Christine - La macchina infernale di John Carpenter mi pare ancora il grado zero di questa folle, irresistibile libidine meccanica. Una grande storia d'amore e morte d'altri tempi che perverte l'amore e perverte la morte, un horror scintillante che porta in sé tutta la rabbia, il fulgore, l'immaginario kitsch di un decennio irripetibile. Christine è il mondo straordinario, l'ipotesi di un'altra vita, la possessione demoniaca che assedia lo studentello nerd sovvertendolo, ribaltandolo, trasformandolo in tutto ciò che non è. Ancora, Christine è un film sulla perdita della propria identità, sul desiderio che prende vita, s'insinua nella nostra carne, assedia il nostro cervello e, al culmine del piacere, ci uccide. Ogni sogno, del resto, richiede sempre un sacrificio finale, una morte esemplare. Quella di Christine è una possessione che nasce dall'ossessione, dalla cura metodica, dall'unico amore estremo e fatale, quello impossibile. E Christine, assieme all'autocisterna assassina di Duel, è il serial killer della strada più spietato che si possa immaginare.

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