giovedì 18 febbraio 2016

Creed




scoprirsi ammaliati dal fascino innegabile del racconto, dimenticare completamente tutto il resto ed essere ancora una volta sul ring: là dove il testosterone incrocia la tenerezza, dove il cinema sportivo riscopre l'umanità senza bandire la vecchiaia, dove il match diventa, letteralmente, una sfida per la sopravvivenza. "Creed" è il cinema che non mi stuferò mai di vedere, perché lascia addosso il piacere stesso della più classica, della più cristallina delle narrazioni. Riesplora il mito senza intellettualismi, senza valleità, ma restituendone solo lacrime e sudore: la boxe come gioco di sangue e corpi, dove riscrivere la storia e ricominciare a vivere.
Sly non è mai stato così struggente.
Evviva Stallone, evviva Rocky e lunga vita a Creed!
(da domani, dicevo, mi faccio pugile).

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