mercoledì 23 settembre 2015

Whiplash di Damien Chazelle




Recuperato dopo mesi "Whiplash" di Damien Chazelle: ennesimo filmettino furbissimo, ruffiano come pochi nella sua adesione incontrovertibile ai modelli più cari all'Academy. Opera quasi paradossale per come parla di un'amore viscerale per la musica senza poi, minimamente, essere in grado di restituirne fascinazione o magia. Non c'è passione, non c'è istinto, non c'è potenza, non c'è un briciolo di verità: perfino nella messa in scena delle esecuzioni musicali, la regia procede per accumulo, alternando inquadrature velocissime che vorrebbero seguire il tempo della musica e finiscono invece per deformarlo, allontanarlo, dimenticarlo (lo stacco a tempo, deformazione fastidiosissima che elimina il "tempo" dell'immagine, la sua durata, a favore di una tirannia tutta musicale). Anche i personaggi sono macchiette prive d'identità, con lo stupendo JK Simmons intrappolato in un ruolo che non concede nulla, non libera nulla e, soprattutto, non lascia nulla. Senza soffermarci sul punto di vista ideologico (in una morale così accondiscendente, così prevedibile da far paura) "Whiplash" è un'operetta servile e stanchissima, che vorrebbe esplodere ma finisce solo per annoiare.

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