mercoledì 23 settembre 2015

Black Mass di Scott Cooper




Gangster-movie derivativo, che guarda continuamente a Scorsese senza sapere restituire anima, corpo e sguardo ai suoi personaggi. Il film funziona per tutta la sua durata, ma l'abbiamo già visto, già subito tante di quelle volte da essere ormai arrivati a saturazione. Eppure il problema vero non è solo la mancanza di autonomia dal punto di vista cinematografico, ma anche la volontà pedissequa di non prendere una strada propria, di dover aderire, a tutti i costi, alla storia vera. E' proprio questa precisione filologica a indebolire la costruzione cinematografica. Il dover raccontare tutto, finendo poi per lasciar da parte l'umanità, il mistero, la fragilità dei suoi stessi personaggi. Con l'eccezione dell'agente dell'FBI, personaggio meraviglioso e davvero centrato, i personaggi di Cooper sono figurine che solcano modelli ormai stanchi. Lo stesso Johnny Depp nel suo glaciale trasformismo, è una maschera priva di qualsiasi credibilità. E il film, che pur sa come tenere uno spettatore incollato allo schermo, svanisce nella nebbia del già-visto.

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