domenica 28 aprile 2013

L'occhio destro della luna tra le streghe di Salem




Ritorna in continuazione il razzo nell'occhio destro della luna. "Proiettile" in grado di bucare ancora oggi lo sguardo e d'invadere l'occhio: immagine identitaria del cinema stesso che apre un varco enorme e labirintico, che parte per l'appunto da Meliès e arriva adesso perfino a Rob Zombie. Quella gigantografia che compare (e inquieta) in "Le streghe di Salem" non può essere solo scenografica. Mi pare invece una delle chiavi di volta di "Le streghe di Salem": la sala cinematografica diviene ora la cattedrale barocca (in uno specchio ribaltato) di orgiastiche e malefiche visioni. L'occhio della luna è stato trafitto, bisogna aderire a un altro sguardo. Ecco dunque l'Incubo che vacilla, memore di inquilini del terzo piano e di quella magnifica ossessione che ha irradiato l'horror più malsano e i fantasmi di Carpenteriana memoria. Terribile, bello e ridicolo, debordante e personalissimo allo stesso tempo, sono ancora incapace di giudicare "Le streghe di Salem", dico solo che le sue immagini rimangono, eccome se rimangono.


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