martedì 25 luglio 2017

Twin Peaks 3: Appunti




La sensazione di trovarsi di fronte a un familiare sconosciuto, in caduta libera verso i recessi più oscuri di Twin Peaks e del cinema tutto di David Lynch. Ho visto finalmente i primi due episodi della nuova stagione: è incredibile come Lynch, ancora una volta, saboti il meccanismo della serialità dall'interno, ci proietti in un mondo di fantasmi, di doppi, di labirinti della mente.
E' Twin Peaks stessa questo labirinto, ora espanso a nuove città, nuovi scenari, nuovi personaggi. Un bosco, una radura, una cittadina che covava in sé il male inespugnabile di un omicidio diverso da tutti gli altri. Ogni sentimento nostalgico ci disloca, ci disorienta, ci proietta verso nuove costruzioni di senso e nuove identità. Questo nuovo Lynch-pensiero assorbe in sé il cinema, la videoarte, la pittura surrealista e la carne baconiana, De Chirico e il cavallo bianco fino a cadute tra le stelle e portali di vetro. Che fosse Eraserhead il primo Twin Peaks? In attesa di vedere i nuovi episodi, l'idea di avere davanti altre 16 ore mai viste di Lynch è il regalo più bello del mondo.



Twin Peaks 3x08. Probabilmente la cosa più incredibile che abbia mai visto in televisione - e non scherzo. Siamo tra le vette espressive e sperimentali di David Lynch, una Genesi che pare una vera e propria teodicea. Se avessi altri due schermi, avrei la tentazione di far scorrere l'episodio insieme a Voyage of Time (o almeno alla Genesi di The Tree of Life) e al corridoio interstellare di 2001. Così, per ritornare alle origini del Mito.

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