martedì 29 luglio 2014

Revisioni: "Prendi i soldi e scappa"




Ho rivisto dopo anni "Prendi i soldi e scappa" l'esordio di Woody Allen che risale ormai a ben quarantacinque anni fa. E' inutile dirlo ma, ancora una volta, mi sono divertito moltissimo. Situazioni narrative, movenze dei personaggi, singole gag che rimandano in continuazione all'universo del cinema muto (come del resto avverrà anche ne "Il dormiglione"), con una padronanza del mezzo, un'idea di ritmo e di costruzione interna alla scena davvero esemplari. L'aspetto sorprendente rimane quella libertà e quell'audacia sfrontatissime, quel gusto tutto cinefilo che si diverte a giocare e a osare con il linguaggio cinematografico. E' interessante perché quest'esordio funge da prova generale per il futuro cinema del regista, dove gli elementi dialogici - fondamentali nell'opera di Allen - incominciano a coordinarsi con le immagini, a prendere vita causando un impatto esilarante. L'assurdo è sempre dietro l'angolo mentre il film si apre a derive romantiche che hanno il sapore di lucidissima parodia. Alcune singole sequenze, poi, sono di una dolcezza immacolata che appare oggi perduta. Era forse un altro Woody, più giovane, più fiducioso, più spensierato, quello che credeva (ancora) nella follia delle relazioni umane e dell'amore (poi sarebbero arrivati gli esaurimenti, l'ipocondria, lo stress quotidiano e tutti i tragicomici tumori della nostra società, fino, ovviamente, all'ultima Jasmine).


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