mercoledì 18 maggio 2016

La foresta dei sogni di Gus Van Sant




Ci sono dei film palesemente imperfetti che smontare sarebbe facilissimo. Eppure, delle volte, questi stessi film "non riusciti" possono regalarti piccoli grandi momenti, attimi sfuggenti che s'insinuano dentro di noi al solo scopo di permanere. Il bistrattatissimo "La foresta dei sogni" di Gus Van Sant mi è parso proprio questo. Didascalico, apparentemente univoco, rischiosissimo, ma scritto, girato, pensato con lo sguardo di chi piange e trema di fronte alle proprie immagini. E' un film di assonanze, di richiami, un - non ovvio - gioco di rimbalzi, un continuo alternarsi tra i sentieri tortuosi di una foresta vivente e le complicazioni infinite di una relazione in dissolvenza. Accusarlo di freddezza mi pare fuorviante, questa è un'opera fatta di lacrime, carne e sangue, dove tutto è detto e ridetto, tutto è sottolineato, eppure...eppure c'è qualcosa che continua a sfuggire, che non è il semplice "giallo del fantasma" ma un'idea che eccede sempre la presunta unilaterialità del film. Un'idea quasi solarisiana, di una foresta/limbo creatrice di immagini e tempi, di un passato/presente/futuro che nascono come proiezione degli antichi alberi di un'ennesima selva oscura. Non solo la trita e ritrita metafora di uno smarrimento esistenziale, ma la consapevolezza di non essere altro che fantasmi, immagini, apparizioni fugaci che non possono fare a meno dello stesso copione, delle stesse battute, delle stesse coincidenze impossibili. Come i personaggi di Matthew McConaughey/Ken Watanabe che, nelle loro elementari dicotomie, sono assolutamente ciò che ti aspetteresti, come se non ci fosse scampo poi dalla proiezione automatica della foresta. E sostenere che questo film sia lontano anni luce dall'universo filmico di Gus Van Sant mi sembra davvero una follia. Potremmo passare ore a parlare di tutto ciò che non funziona ne "La foresta dei sogni" ma per me non cambierebbe nulla: vive il ricordo di qualcosa che rimane, nonostante tutto, o forse, proprio grazie a questo tutto.

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