giovedì 31 dicembre 2015

Irrational man




Mi dispiace, ma anche questa volta non ci sono riuscito. "Irrational Man" mi è parsa l'ennesima, lampante testimonianza di come il cinema di Woody Allen sia ormai ingabbiato in un marchio, in un format, nell'ombra stessa dell'autore che fu. I suoi film, ormai da anni, procedono da soli con un'andatura programmatica e annoiata. Ogni azione è palese manifestazione di un'idea che sorveglia e guida tutti dall'alto: non c'è un guizzo, uno svincolo, una via di fuga. Quello che Allen continua a consegnarci è un teatrino di piccoli uomini che agiscono senza mai trovare un istante di libertà, dove non c'è spazio nemmeno un secondo per un sentimento, per un'emozione, per una verità dei personaggi: ognuno è così maledettamente convinto di ciò che fa da non perdere mai realmente la bussola. Tutto è incastonato nella mente razionale e matematica di un autore che gira bulimicamente senza credere più nei film che realizza. Sarà sicuramente un problema mio, ma io Allen, l'Allen degli ultimi venti anni, con l'eccezione di quel colpo di fulmine che fu "Blue Jasmine", continuo a non capirlo e - cosa più grave - a non sentirlo.

Nessun commento: