martedì 30 giugno 2015

Steven Spielberg è l'infanzia del (mio) cinema




Ieri sera ho rivisto, dopo tanti anni, Indiana Jones e il tempio maledetto e mi è sembrato un po' come tornare bambino. Questa è la grande avventura che piace a me, quella iconica, ricca di humour, quella che ti teneva incollato allo schermo, quella fatta di magia, mistero e ingenuità, quella che, all'improvviso, era capace di concedersi a insospettati picchi d'horror d'antan (come tutte le sequenze dei riti magici e sanguigni dei temibili Thugs che tanto mi facevano paura da bimbo). Continuo a ripeterlo: Steven Spielberg (almeno un certo Spielberg) è l'infanzia del cinema, almeno del mio cinema. E' una questione di cuore. E' un po' come il bisogno fisiologico di tornare sempre a casa. L'amore parte da qui (e da Zemeckis, Dante, Landis e tutti gli altri, solo poi, in un secondo momento, arriva il resto).

Nessun commento: