mercoledì 17 giugno 2015
Mountains May Depart di Jia Zhang-ke
sempre più interessata al fluire del tempo, dei volti e delle cose, Mountains May Depart è un'opera liquida che (con)fonde materiali di repertorio e immagini di finzione, fino ad arrivare al cortocircuito che porta il cinema di Jia Zhang-ke a farsi sempre più astratto, sempre più magmatico...l'impressione di trovarsi di fronte a un'enorme capsula per il futuro mi ha tormentato durante tutta la visione. Film da custodire, amare, rivedere per ricordare chi ma, soprattutto, cosa siamo diventati. Infine la Cina, definitivamente globalizzata, proiettata in un futuro plumbeo e tecnocratico dove l'oblio governa i rapporti umani: oblio nazionale, oblio di appartenenza, oblio di un nome che non si ricorda più...solo una canzone conserva il potere rammemorante della mente. Tutto il film racconta allora un percorso di reminescenza individuale (e nazionale), un'erranza infinita che è anche - e soprattutto - una grande storia d'amore. La ricerca della propria identità, ovvero la ricerca della propria vita precedente. Di un'altra Cina, di un altro mondo...
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