«Qui siamo nel West, dove se la leggenda diventa realtà, vince la leggenda» da "L'uomo che uccise Liberty Valance" di John Ford.
Che poi il West fosse il cinema mi è sempre parso chiaro.
Si sono scritte migliaia di pagine sulla fabbrica delle illusioni, sulla sospensione d'incredulità, sul potere dell'immaginario: sul cinema e sulla sua grande illusione. Ma soprattutto sono stati girati tanti film sulla meraviglia del sogno, sulla settima arte stessa che svela meccanismi e magie. Ma io vorrei soffermarmi su quel piccolo atto d'amore, irriverente e scanzonato, che è "Be Kind Rewind" di Michel Gondry. Perché è la storia di chi cerca di proteggere il cinema (e l'immaginario) da chiunque se lo voglia portare via, di chi caparbio, impettito e testardo resisteva alla videocassetta perché non era una questione di qualità ma di memoria analogica.
Lo spunto del film - tutto teorico - rimane geniale: quando le videocassette di una storica videoteca si smagnetizzano non rimarrà altro da fare che rigirare i classici della storia del cinema. Non c'è uno stralcio di ruffianeria in tutto questo, ma l'atto d'amore di chi ha sempre sognato un cinema tutto per sè, da vedere e condividere, da dirigere e recitare.
Nella fede che al cinema - solo al cinema, almeno al cinema - alla fine vincano i sogni, mentre la realtà può anche aspettare fuori dalla sala.
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