mercoledì 1 febbraio 2017

Split




Uomini neri, come psycho esponenziali, partoriti da infanzie infelici. Alla base di Split, nuovo fenomenale incubo di M. Night Shyamalan, il desiderio irrefrenabile di avere 24 vite, 24 ipotesi di narrazione, 24 possibili reincarnazioni. Come nel caso Billy Milligan, la mente rende possibile alterazioni fisiche e potenziamenti continui. Split è racchiuso nella psiche scissa del suo protagonista, un sottosuolo di stanze narrative, un crocevia di possibilità esistenziali in balìa tra luce e oscurità. Un mondo sotterraneo dove è in corso un'irrefrenabile battaglia tra istinto e ragione, tra paura e desiderio, tra autorità e servilismo che mira esplicitamente a nuove, avanzate configurazioni dell'umano. Scisso, affascinante e fumettistico, come se fosse una personale risposta di Shyamalan alle derive supereroistiche di tanto cinema contemporaneo. Perché in fin dei conti cos'altro è Split se non il disturbante racconto di formazione di un nuovo, controverso supereroe?

Nessun commento: