domenica 2 febbraio 2014

Terre solitarie:
"The Immigrant", il mélo di James Gray




"The Immigrant" vira verso il seppia in una danza melò fuori dal tempo, capace di cullarti tra le lacrime che scendono a fiotti sul volto bianco e candido di Marion Cotillard. James Gray edifica il suo inno al cinema perduto con la mano ferma, elegante e neoclassica di chi si è nutrito di immagini e grandi narrazioni.
Le tribolazioni di un'epoca lontana, di un'immagine in grado di rievocarne mille altre, di teatri, maghi e puttane, riportano alle grandi e tragiche storie di una volta. Echeggia Sternberg ma viene in mente la Masina al posto della Dietrich (per purezza, per innocenza e forza).
I movimenti di macchina si distendono in carrelli sinuosi eppure leggeri, colmi d'amore per ogni sguardo, ogni posa, ogni gentilezza e ogni sorriso. Il primo piano ritorna a rivelare la forza prorompente dell'occhio, a comunicare mondi interiori attraverso quell'immagine-affezione che avevamo dimenticato ma tanto amato.
Ed eccolo allora lì James Gray, tutto intento a riedificare solitario un immaginario demodè, attraverso uno di quei dolorosi triangoli che da sempre appartengono ai melodrammi più strazianti. Ogni figura è ambivalente, polifonica e nell'egoismo più sfrenato anche il peggiore dei personaggi si apre a un amore sincero, devoto seppur trasandato. Ma trovo che la cosa più straordinaria di "The Immigrant" sia l'inserimento di questo film all'interno dello stesso contesto pornografico in cui viviamo: s'inserisce come un turbine silenzioso, grande perché irresistibilmente pudico. Nell'epoca in cui si mostra tutto James Gray fa un film di cesure e di ellissi dove curiosamente, nonostante il tema trattato, non c'è nemmeno una scena di sesso, ma tutto viene evocato in una forma allusiva, a tratti strepitosamente maliziosa. E' come ritrovare la verginità in un mondo che l'aveva dimenticata ma soprattutto riscoprire il linguaggio violento, passionale, devastante di un erotismo che è così sfrenato proprio perché rifiuta di concedersi.

Messa in scena da applauso, attori straordinari, scenografie, costumi, colonna sonora e montaggio: tutto è perfettamente come doveva essere.

Vi prego, datemi ancora questo cinema!



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