mercoledì 20 aprile 2016
Veloce come il vento
Che bello quando il cinema italiano riesce a riprendere il gusto della velocità, il sapore della ruggine, la fatica dello sforzo "impossibile", mentre, con far tachicardico, si modella su sangue e sudore. Ecco allora che diviene muscolare e ipercinetico senza mai dimenticare la propria umanità: "Veloce come il vento" è un film organico, fatto di carne e ossa, passioni smodate e gloriosi sentimentalismi retrò. Si proietta in volo creando coreografie a quattro ruote, improvvisi crash che dilaniano intere esistenze. Esistenze che rinascono sempre come luci in fondo al tunnel. Il cinema italiano ha un bisogno disperato di film come "Veloce come il vento" perché, per sopravvivere, deve far leva sulla ricchezza del genere, su Eroi e archetipi, con tutto l'armamentario di crismi che questo comporta. Il film di Rovere sa farsi ora sentimentale, ora patico, ora retorico, sa perfino stonare ed eccedere, ma con una passione e un credo incrollabile nei confronti dei propri personaggi e delle proprie emozioni. Prima di essere sportivo, è un cinema visceralmente umanista che conosce il dolore, non cercando di addomesticarlo, ma facendosi guidare, manovrare da esso. Perché sa che il dolore solo salverà questi eroi lontani dal naufragio.
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2 commenti:
un bel film, con un Accorsi grandioso, ed una giovane alla prima esperienza che si è meritata menzione
A sorpresa, per quanto mi riguarda Uno dei film migliori dell'anno...
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